Due “nuovi” articoli in Costituzione in difesa dell’ambiente

Due “nuovi” articoli in Costituzione in difesa dell’ambiente

La protezione dell’ambiente è in Costituzione. Il testo è passato l’8 febbraio 2022, in seconda lettura, alla Camera dei Deputati, con 468 voti a favore, un contrario e sei astenuti, dopo la precedente approvazione al Senato con la maggioranza dei due terzi. Quindi la proposta di riforma costituzionale n. 83 sulla “Tutela costituzionale dell’ambiente”, presentato dalle senatrici de Petris e Nugnes, entra subito in vigore e non può essere sottoposta a referendum.

La modifica costituzionale

La Costituzione ha nuovo testo degli articoli 9 e 41:

Nuovo articolo 9 (in verde il comma aggiunto)
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

Nuovo articolo 41 (in verde le parti modificate):
L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.

I cambiamenti apportati all’art. 9 sono stati mitigati per le regioni e le province autonome, da un ulteriore articolo introdotto nel testo di riforma dal senatore Calderoli e altri, che recita: “La legge dello Stato che disciplina i modi e le forme di tutela degli animali, di cui all’articolo 9 della Costituzione, come modificato dall’articolo 1 della presente legge costituzionale, si applica alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano nei limiti delle competenze legislative ad esse riconosciute dai rispettivi statuti.

un argine costituzionale alla devastazione

Il fondamento di tale proposta affonda nella convinzione che sia necessario tutelare costituzionalmente l’ambiente. Soprattutto oggi di fronte all’attacco violento e ormai insostenibile da parte dell’essere umano. Gli estensori hanno supportato la proposta con l’illustrazione della presenza della tutela dell’ambiente in molte altre costituzioni di paesi europei e della stessa Unione Europea. Soprattutto, hanno evidenziato quanto sia necessario oggi di fronte alla devastazione della casa comune: disboscamento incessante a fini economici, trivellazioni in mare, inquinamento dell’aria, dell’acqua, della terra, utilizzo intensivo delle fonti energetiche fossili, degli allevamenti bovini, suini ed ittici, produzione abnorme di rifiuti. Inoltre bisogna aggiungere la produzione usa e getta, un vero cancro per la natura, in quanto produce montagne di rifiuti senza che nessuno ne abbia mai immaginato lo smaltimento.

neL breve, nessun disturbo su PFAS, ex ILVA, Terra dei Fuochi e grandi opere

Questa importante riforma avrà, però, effetti a medio termine. Nell’attualità, in cui si decide il futuro del nostro paese, servirà a poco. Le molte energie spese per questa riforma, potevano essere impiegate per cercare di costruire in Parlamento un approccio ecologicamente responsabile del nostro paese, dando forza alla nostra Costituzione materiale. Perché non si è lottato politicamente per orientare il paese post pandemia verso l’uso di energie alternative a basso impatto, per ripensare le grandi opere e per schierarsi fattivamente al fianco delle mamme NO-PFAS e dei movimenti che chiedono di convertire l’ex ILVA di Taranto? Nonostante i continui proclami, non si è ancora intervenuti con bonifiche definitive nella Terra dei Fuochi in Campania e per una gestione realmente basata sulle 3R (Ridurre, Riutilizzare, Riciclare) dei rifiuti in molte regioni italiane. Per farlo, lo strumento per cambiare strada c’era: i soldi previsti per la transizione ecologica nel PNRR. Questo sforzo non disturberà chi attualmente sta prendendo decisioni per il prossimo decennio.

opportunità…

La difesa dell’ambiente diverrebbe un principio tutelato dalla Costituzione. La sua presenza potrebbe essere importante per orientare l’azione futura dello Stato, del Governo e delle Regioni al fine di dare più forza ad un reale percorso di transizione ecologica. Inoltre, si potrebbe aprire la strada ad una tutela giuridica della nostra casa comune nel caso di inattività della politica. Le numerose vertenze sui territori potrebbero contribuire a costruire un percorso di giurisprudenza costituzionale in grado di far cambiare l’orientamento del paese sulle scelte di politica economica e sociale. Per cambiare, però, si dovrà aspettare la formazione di una giurisprudenza, con un tempo lungo.

… e rischi, pensando al referendum per l’acqua bene comune

I politici, che si sono impegnati nella difesa dell’ambiente, hanno formato in Parlamento un numeroso intergruppo che si ispira alla “Laudato si'”. Ma le scelte che attraversano le aule parlamentari, a dispetto dell’enciclica di Papa Francesco, sono però in linea con il passato. Nessun reale cambio di rotta rispetto alle politiche di sviluppo sostenibile pre-pandemia. In questo contesto, anche questa importante riforma, potrebbe essere una goccia d’acqua pura in un oceano inquinato. Proprio l’acqua come bene comune ci dovrebbe insegnare che le norme, anche costituzionali, se non si trasformano in azione, non producono alcun effetto. Infatti, a più di 10 anni da un referendum disatteso, l’acqua è stata privatizzata ovunque nel nostro paese, con poche esperienze pubbliche.

Inoltre, come già avvenuto per l’art. 11 della Costituzione, il rischio elevato è che possa venire disatteso il principio ispiratore della riforma. L’Italia, infatti, in modo continuativo dalla prima guerra del Golfo, partecipa a guerre di coalizioni internazionali che tradiscono le ragioni costituzionali difensive delle nostre forze armate.