La giornata di lavoro del sabato è stata molto movimentata, in quanto ad attività svolte nelle diverse sale del Centro Mariapoli, altre si sono svolte fuori in giro per i Castelli e la vicina città di Roma. Sono state ore intense, in cui giovani ed adulti, insieme, hanno iniziato il viaggio per la costruzione, nella vita di tutti i giorni, della Prophetic Economy, una economia diversa capace di futuro.
La giornata di sabato
La seconda giornata è iniziata subito da un punto cruciale per la costruzione di un’economia profetica: il rapporto fra la finanza internazionale e le scelte di investimento. Le scelte, infatti, possono cambiare il futuro della terra, perché tutto dipende da cosa si decide di finanziarie.
La costruzione di una finanza “profetica”
Il panel della mattina è partito da questa premessa per affrontare il tema delle finanze per un’economia profetica attraverso il caso studio della scelta irlandese di disinvestire dalle fonti fossili, causa primaria dei cambiamenti climatici.
I 5 livelli della finanza profetica
L’incontro è stato introdotto da Jean Saldanha, senior policy advisor del CIDSE, “Coopération Internationale pour le Développement et la Solidarité”, che ha presentato una serie di 5 livelli da percorrere nel tempo per costruire una finanza profetica.
- Primo livello: una maggiore efficienza del sistema finanziario attraverso una migliore regolamentazione;
- Secondo livello: disinvestimento dai fondi che finanziano le fonti inquinanti ;
- Terzo livello: revisione del sistema attraverso scelte strutturali da parte delle istituzioni;
- Quarto livello: dar vita a forme alternative di piattaforme finanziare ecologiche;
- Quinto livello: prevedere la creazione di un nuovo sistema finanziario globale, libero dal consumismo, per una comunione ecologica universale.
La tavola rotonda sull’esperienza profetica irlandese
Dopo questa introduzione si sono alternati i protagonisti di un’azione collettiva che ha portato la Repubblica irlandese a decidere di non investire più con i suoi fondi statali sulle imprese che producono o usano fonti fossili. Moderati da Tomas Insua, Direttore esecutivo del Global Catholic Climate Movement, sono intervenuti i tre attori di questa azione profetica. Tutto ha avuto inizio nel 2015, come spiega Deirdre Duff, studentessa del Trinity College di Dublino e attivista del movimento Fossil Free, quando alcuni studenti spaventati dai possibili sconvolgimenti causati dai cambiamenti climatici, cominciano a mobilitarsi per cambiare rotta. Grazie al movimento “Do the Math” (Fatti i conti!), capiscono l’impatto che hanno l’utilizzo di fonti di energia fossili sul riscaldamento globale e decidono di intervenire per fermare i finanziamenti alle società che continuano a trivellare ed estrarre in tutto il mondo queste materie prime.
Nonostante quest’ultime siano molto forti e utilizzino il finanziamento di progetti benefici per ingraziarsi politici e società civile, i giovani universitari sono riusciti a creare una rete con le altre università, a coinvolgere i professori e a fare pressione sui politici attraverso i media. Proprio alcuni parlamentari più sensibili al tema, sono riusciti a fare approvare una norma con la quale il Governo si è impegnato a disinvestire da chi investe sulle fonti fossili. Uno dei parlamentari protagonisti di questo percorso, Thomas Pringle, ha sottolineato che proprio questo triangolo fra università, società civile e politica, ha permesso di arrivare a questo importante obiettivo, che aprirà la strada per la costruzione di una economia verde nel loro paese, che potrà essere di esempio per gli altri paesi, essendo l’Irlanda il primo paese che ha fatto questo tipo di scelta, quello di iniziare un percorso verso un’economia globale verde.
Proprio la studentessa ha sottolineato che questa apertura verso il mondo li ha portati a sostenere la campagna dei NOTAP in Puglia e le altre campagne in tutto il mondo, e, a nome del movimento, ha invitato tutti i partecipanti a creare campagne di pressione sui propri governi affinché disinvestano dai fondi che puntano su fonti fossili e sostengano le lotte di chi si oppone al riscaldamento globale.
Lorna Gold, del Laudato Si’ Project, ha concluso il panel sottolineando che l’azione di sensibilizzazione a tutti i livelli promossa in Irlanda dagli studenti universitari, è riuscita a far cambiare idea non solo al Parlamento ed al Governo, ma anche alla Conferenza Episcopale Irlandese, che ha deciso di non finanziare più i fondi che investono contro il futuro dell’umanità.
I workshop tematici
La fine del panel ha dato il via ai workshop tematici sul futuro del lavoro, il ritorno alla terra, sulla finanza profetica, sui 15 passi per un consumo critico, sulla vita di comunità per un futuro diverso, mentre i ragazzi hanno seguito un percorso a loro dedicato sull’intelligenza collettiva per un’economia profetica. In questi spazi, molto partecipati e più ristretti, ognuno ha potuto trovare persone con le medesime curiosità e scambiare opinioni, pensieri, dubbi e perplessità con gli esperti intervenuti per mettersi a disposizione dell’altro. Proprio questa capacità gioiosa di aprirsi tutti al confronto ha permesso alle persone di arricchirsi e comprendere meglio il significato della profezia. Io ho lavorato nel Panel sulla finanza profetica in cui ho avuto modo di incontrare persone interessate alla finanza di Banca Etica, che ha visto la partecipazione di Andrea Tracanzan, all’esperienza della Mutua Autogestione MAG di Verona ed a quella di Teresa Ganzon e del suo Bangko Kabayn, la banca rurale di Economia di Comunione delle Filippine.
L’incontro con i 10 finalisti!
Il pomeriggio si è aperto con l’incontro con tutti i 10 finalisti non premiati, in due sessioni parallele, in modo da permettere ad ognuno di poter presentare la propria esperienza profetica, condividendola con i partecipanti, ascoltando anche il giudizio della giuria su ognuno di loro.
Tutti fuori per la pratica dell’economia profetica
Subito dopo sono partite le attività al di fuori della sede del convegno, come l’azione di voto con il portafoglio davanti ad un supermercato, la preparazione e distribuzione di pasti ai senzatetto di una stazione ferroviaria di Roma, la distribuzione di vestiti a famiglie indigenti, il piantare un albero, il riuso di tessuti per creare un’opera d’arte con gli anziani di una casa di riposo, oltre al percorso a tappe dei giovani per illustrare il percorso verso #FameZero, la presentazione della TAE, un’impresa inclusiva francese che crea ricchezza dando lavoro ai più poveri e disadattati, e, infine, una creazione artistica partecipata e collettiva.
L’incontro con Livio Bertola, presidente di AIPEC
Alla fine della giornata ho avuto un bellissimo incontro e uno scambio di vedute con Livio Bertola, presidente di AIPEC, Associazione italiana di imprenditori per un’Economia di Comunione. Una vera forza della natura, capace di raccontare con poche e semplici parole l’esperienza che l’ha portato a praticare l’Economia di Comunione e di come ha “contagiato” con il suo entusiasmo altri imprenditori, facendoli entrare in questo difficile, sfidante e coraggioso progetto.