Siamo ad un bivio: buon 2021!

Siamo ad un bivio: buon 2021!

Auguri di un sereno 2021 a tutti! Sarà un anno ancora difficile e di passaggio, ma sarà fondamentale per costruire un futuro diverso. Siamo ad un bivio: o lavoriamo per la cura della casa comune e per la costruzione della pace, oppure il futuro diverrà più difficile.

Un 2020 difficile, ma pieno di segni

Il 2020 è stato un anno difficile, tutta l’attenzione si è concentrata sul coronavirus e sulle morti che ha causato e continua a causare in tutto il mondo. Ha colpito l’immaginario collettivo la sua velocità di diffusione nel mondo e la mortalità provocata. Le decisioni di mettere in lockdown i paesi per contrastarne la diffusione, ha messo in risalto che:

  • Il nostro sviluppo di massa non è sostenibile per la casa comune. Dagli anni ’50 del secolo scorso, in occidente, ci siamo ammassati in centri commerciali; abbiamo mangiato in ristoranti seduti l’uno sull’altro, abbiamo consumato, consumato, consumato. Questo brusco e doloroso stop ci ha obbligato a rallentare.
  • L’introduzione forzata dello smart working, ha svuotato le grandi città ed ha migliorato l’aria per i minori consumi di energie fossili, come dimostra questo studio di Enea (per leggerlo clicca qui) e questo di RSE sulla città di Milano. Ma questo ha comportato la chiusura, per mancanza di clienti, di molti esercizi commerciali.
  • Il turismo di massa si è fermato, sono crollati i passeggeri per i voli aerei, la paura ha imposto un turismo di prossimità, diminuendo l’impatto umano sull’ambiente, apportando un sollievo alla natura. Questo trend rimarrà anche per il 2021, come ben spiega questo articolo de “Il Sole 24 Ore”.

Tre fatti che hanno avuto un impatto negativo su una parte dell’economia reale. Un problema che andrà affrontato in sede di investimenti, al fine di riconvertire e creare nuove opportunità di lavoro più ecologiche.

Apriamo gli occhi nel 2021!

Tutto questo dolore per i numerosi malati e le numerosi morti deve aprirci gli occhi. La paura del contaggio ha bloccato temporaneamente uno sviluppo insostenibile dal punto di vista umano e naturale, cosa che non è avvenuta neanche di fronte alla tragedia delle malattie tumorali e delle conseguenti morti, dovute ad uno sviluppo egoistico, capace di avvelenare la natura e, di conseguenza, tutti gli esseri viventi (si veda questo studio dell’ISS che evidenzia scientificamente il legame fra inquinamento atmosferico e tumore ai polmoni e questo manuale della fondazione Veronesi dal titolo “Inquinamento e salute”).

Questo sacrificio fatto nel 2020, però, potrebbe essere vano perché tutti vogliono tornare a consumare come e più di prima. Lo stesso sviluppo sostenibile o green o circolare, non è altro che una mano di vernice verde per difendere uno stile di vita che consuma ogni anno più risorse di quanto dovrebbe. Dobbiamo capire che bisogna cambiare l’economia e questo modello attuale di sviluppo, piegato sul profitto e sulla competizione egoistica. Caratteristiche che non permettono un futuro, ma solo una corsa veloce verso il baratro. Soprattutto se non fermeremo la guerra.

La pandemia non ha fermato la guerra

Il coronavirus non ha fermato la guerra, come chiesto sia da Papa Francesco (si veda qui), sia dal Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres (si veda qui). I movimenti di coloro che si oppongono all’uso della guerra come strumento di risoluzione delle controversie (art. 11 della Costituzione) hanno tentato di portare all’attenzione pubblica l’insensatezza dell’aumento delle spese militari, anche in un momento così difficile a livello mondiale, chiedendo di reinvestire quei fondi su sanità, scuola e riconversione ecologica.

Da marzo ad oggi, infatti, sono continuate le guerre nel mondo, come mostra questa cartina sui conflitti del mondo presa da Wikipedia, aggiornata al novembre 2020.

By Futuretrillionaire, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22118731

Disarmare l’economia

La pandemia è stata il momento per mettere in risalto che il mondo spende un’enormità in armi e, quei soldi, non servono a costruire, ma a distruggere. Quei soldi non producono un bene per la terra e gli esseri viventi, ma solo sofferenze e morte. Se i costi della difesa sono necessari per proteggere un paese, la maggior parte degli stati occidentali si sta armando per attaccare, come dimostra il mistero dell’acquisto italiano degli F-35. Quindi come si potrà uscire migliori dalla pandemia, se ci armiamo per bombardare? Come si può investire per una sanità migliore e un’economia verde, se investiamo in armi offensive? Per approfondire questi argomenti, si veda:

Il tema della riconversione dell’industria di guerra è fortemente legato alla riconversione ecologica. Perché le logiche da cambiare sono le medesime e non si può curare la casa comune se non si costruisce la pace ed il lavoro buono per l’umanità e per l’ambiente.

Il 2021: un anno difficile ed importante!

Tutte queste considerazioni hanno bisogno di più spazio per essere affrontate. Per questo motivo nel 2021 sto preparando un percorso su questi temi. Un percorso che affronti le problematiche ambientali più importanti con un punto di vista chiaro.

Una bozza di locandina per il 2021!

Il rischio da scongiurare è che il post-pandemia sia peggiore del periodo precedente, con un incremento dei consumi superflui che metterebbe in ginocchio l’intero pianeta e accelererà lo scatenarsi di ulteriori conflitti per il controllo delle risorse necessarie alla produzione di energia e di beni di prima necessità e voluttuari.

Siamo ad un bivio, che strada vogliamo prendere? Buon 2021 a tutti, speriamo in un anno di conversione ecologica!