Un mio amico è entrato in un supermercato e… cosa c’è di meglio per contrastare l’afa di luglio? L’anguria. Se il caldo è ancora più forte per i condizionatori e l’asfalto rovente? Prendi un’anguria fresca tagliata a cubetti e inscatolata.
Ma il bel pacco usa&getta con dadi di anguria belli freschi, è davvero il meglio?
Questo piccolo pacco è l’esempio di cosa non è transizione ecologica. La plastica dell’imballaggio produce rifiuti, che più che essere riciclati, possono finire negli inceneritori e produrre fumi e gas pericolosi per la salute e l’ambiente.
La lavorazione dell’anguria comportato un doppio passaggio e, quindi, un doppio trasporto, il primo dal produttore al trasformatore ed il secondo dal trasformatore al venditore, con il rispetto della catena del freddo per mantenere inalterate le qualità del “prodotto trasformato“.
Questo allungamento della catena fra produttore e consumatore ha dei costi energetici che si riversano sul prezzo, facendolo arrivare a costi esagerati.
Ma quanto di quell’importo arriva ai produttori? Quanto arriva ai lavoratori agricoli che li raccolgono?
La risposta è… molto poco.
La differenziata dei prodotti è la strada comoda che ci fa sentire “Green”, ma la transizione ecologica si fa riducendo e riutilizzando, non producendo rifiuti da riciclare o incenerire!