Il Movimento Giovanile Tedesco ha vissuto sostanzialmente due periodi, rifacendoci alla ricostruzione di Walter Laqueur, il primo periodo romantico e ingenuo, quello Wandervögel ed un secondo periodo, quello bündisch e völkisch.
Nel secondo periodo crebbero molti movimenti religiosi, fra i quali uno dei più importanti fu il movimento Quickborn guidato da Romano Guardini. Ma la fine dell’esperienza fu violenta, ad opera della gioventù hitleriana che dissolse l’esperienza copiandone l’estetica nazionalista.
Le analisi storiche e culturali del Movimento Giovanile Tedesco, spesso identificato con i Wandervögel, in Italia, fino al 2019, erano basate su due monografie:
- quella di Nicola Cospito, che seppur lodevole per il tentativo di dare una lettura esaustiva dell’argomento, è viziata dal desiderio dell’autore di mostrare che i Wandervögel furono un’avanguardia conservatrice che con le sue attività contribuì alla creazione dei presupposti culturali per l’ascesa del nazionalsocialismo, senza cogliere anche altri aspetti e differenze al suo interno, rifacendosi in questa visione unilaterale al lavoro del Mosse sulle origini culturali del Terzo Reich;
- l’altra è una traduzione del saggio di Wilfred Mogge, dal titolo I Wandervogel. Una generazione perduta, che traccia una storia troppo sintetica e lascia larga parte del racconto alle fotografie pubblicate in appendice. Senza alcuna sistematicità e con un’eccessiva schematizzazione, con questo lavoro non si coglie il fenomeno nella sua complessità, ma si possono comprendere i segni che informarono i giovani che vissero questa esperienza.
Affrontare il futuro guardando agli errori del passato
Descrivere la storia del Movimento, analizzarne la cultura e l’arte, stabilire un legame fra questo Movimento ed i successivi movimenti ambientalisti nati nel secondo dopoguerra, significa riannodare dei rapporti trascurati e fornire nuovi contributi alla ricerca di soluzioni. Ricostruire ponti fra naturalismo ed ambientalismo, mostrarne il percorso ideale comune fra analogie e differenze, può aiutare a costruire una possibile via d’uscita dalla crisi ecologica. Le soluzioni culturali, economiche, sociali ci sono. Bisogna trovare il coraggio politico di proporle e percorrerle tutti insieme.