Il 13 novembre, con un tweet, i Fridays For Future tedeschi hanno disconosciuto le parole pronunciate da Greta Thunberg a sostegno della causa palestinese, dichiarandosi contro ogni antisemitismo e ritenendosi indipendenti dal network internazionale del movimento. I giovani tedeschi hanno criticato la mancata presa di posizione pubblica della fondatrice, che non si era pronunciata chiaramente a sostegno degli israeliani dopo il terribile massacro terroristico compiuto da Hamas il 7 ottobre.
Le critiche alle posizioni politiche della Thunberg
La giovane svedese, già il 20 ottobre, aveva manifestato a favore della popolazione palestinese della striscia di Gaza, assieme ad altre attiviste, durante il 270° sciopero del venerdì. La dichiarazione provocò una reazione del governo israeliano che annunciò la decisione di far rimuovere i riferimenti alla sua azione ambientalista dai testi scolastici. Inoltre, la presenza nella foto di un suo pupazzo, usato dalla giovane a scopi terapeutici per la sua malattia, ha scatenato numerose polemiche in quanto è stato considerato, erroneamente, un simbolo antisemita.
L’ultimo evento è avvenuto il 12 novembre. Durante una marcia di protesta ad Amsterdam, in Olanda, un attivista ambientalista olandese ha interrotto il suo intervento dal palco in quanto riteneva che la Thunberg dovesse occuparsi solo di ambiente e non fare politica. Ma occuparsi di ambiente è fare politica, è essere di parte.
Le fratture nel movimento e la guerra in atto
Di fronte a questa guerra di invasione Israeliana della Striscia di Gaza, la posizione di Greta Thunberg è stata netta e coerente: si è schierata allineandosi alle diverse risoluzioni ONU, sempre disattese da Israele, e alle dichiarazioni del segretario delle Nazioni Unite Guterres. Il quale, il 24 ottobre, in un discorso al Consiglio di sicurezza dell’ONU ha chiesto il cessate il fuoco ed ha definito l’invasione dell’esercito israeliano della striscia di Gaza, una chiara violazione del diritto umanitario internazionale.
Inoltre, in un comunicato del 20 novembre, lo stesso Guterres ha constatato che:
stiamo assistendo a un’uccisione di civili che non ha eguali ed e’ senza precedenti in qualsiasi conflitto da quando sono Segretario Generale.
Guterres, Segretario Generale dell’ONU.
FFF e la terza guerra mondiale a pezzi
Il movimento sta attraversando questo momento difficile cercando di trovare una posizione capace di futuro, spesso diversa da quella di politici, economisti, giornalisti ed intellettuali. Attirandosi le attenzioni, spesso ideologiche, dei mass media.
La condanna da parte del movimento del FFF dell’invasione russa dell’Ucraina fu vista come un segno di maturità dai politici europei e nord americani. La scelta scaturì, però, dalla constatazione che la guerra di occupazione fosse la possibile causa di un rallentamento della transizione ecologica. Quindi il movimento la considerava, in primis, un pericolo per la lotta ai cambiamenti climatici.
La questione palestinese è, purtroppo, diversa. La politica tedesca, segnata dalla responsabilità dell’essere storicamente il popolo autore della Shoah, ha caricato su questi giovani responsabilità che non hanno. Inoltre, gli stessi Verdi, oltre alla comunità ebraica, hanno fatto pressioni sui giovani FFF tedeschi per imporre di dissociarsi dal movimento internazionale, accusato di antisemitismo per aver assunto le posizioni espresse da Guterres.
Questa scissione, al momento, è avvenuta solo in Germania, in quanto gli altri FFF nazionali europei non hanno subito le medesime pressioni e, soprattutto, non hanno ritenuto le frasi dell’attivista e fondatrice antisemite. La speranza è che Il movimento giovanile internazionale percorra con determinazione la strada della costruzione non violenta della transizione ecologica e faccia sempre più suo il percorso per la costruzione di un mondo di pace.
I fatti accaduti in Germania, però, sembrano disegnare un percorso già vissuto negli anni Venti del XX secolo dai coetanei dell’epoca, i Wandervogel.