Riciclare ora, riusare domani

Riciclare ora, riusare domani

L’Italia è uno dei paesi più virtuosi nel riciclare il vetro. Siamo al 76,6% di materiale riciclato, pari a circa 2,47 milioni di tonnellate raccolte nell’ultimo anno. Il vetro ha una caratteristica straordinaria, può essere riciclato all’infinito. Ma per riciclarlo c’è bisogno di molta energia, come dimostra uno studio dell’università di Southampton del 2020. Molte soluzioni tecnologiche puntano a ridurre i consumi di energia da fonte fossile (gas e altri derivati del petrolio), usando fonti rinnovabili e lavorando in modo efficiente. Ma questa è una risposta per l’immediato. La soluzione è il riuso del vetro, cambiando la brutta abitudine consumistica dell’usa e getta. Ci riuscirà l’UE a dare il buon esempio con la nuova direttiva imballaggi?

Riciclare il vetro è necessario durante la transizione

Chi non ha sentito la pubblicità del Consorzio Recupero Vetro del 2023? La pubblicità ha un solo scopo: far entrare “in testa” a tutti le tre regole per un corretto riciclo del vetro. Il motivo è semplice: c’è un risparmio enorme rispetto alla produzione di nuovo vetro. Inoltre, si consuma minore energia.

Lo spot 2023 di CoReVe sulle regole per riciclare correttamente il vetro

Il fine è giusto. In una fase in cui si vuole costruire la transizione ecologica, cercare di utilizzare le materie prime seconde, cioè materia prima riciclata, è la strada corretta. Quindi, è importante farlo bene, seguendo poche e semplici regole, come quelle indicate da CoReVE e ANCI.

Ma può divenire una soluzione comoda, inducendo le persone a non voler cambiare le abitudini sbagliate. Usare una bottiglia di vetro una volta e poi buttarla come un rifiuto, è uno spreco che non ci possiamo più permettere.

L’industria del riciclo del vetro, però, deve rispondere ad una necessità immediata, quella degli imballaggi. Quindi ha dovuto trovare soluzioni veloci per decarbonizzare nell’immediato la filiera con le soluzioni tecnologiche disponibili.

L’industria del riciclo e la decarbonizzazione

Un esempio di decarbonizzazione è lo stabilimento friulano O-I di Villotta di Chions, che è riuscita a ridurre il consumo energetico di oltre il 38% e diminuito le emissioni dell’80%. I dati sono stati acquisiti dalla decima tappa della campagna itinerante di Legambiente “I Cantieri della Transizione Ecologica. Verso il XII Congresso Nazionale”, un viaggio per raccontare la transizione ecologica in atto e già diffusa nel nostro Paese.

I cambiamenti produttivi sono iniziati nel 2012 ed hanno portato dei in diversi step programmati nel tempo ad un miglioramento per l’ambiente. Come spiega il direttore dello stabilimento O-I di Villotta di Chions in questo breve passaggio:

“L’uso di tecnologie avanzate non si è limitato all’ossicombustione” – “Altre innovazioni hanno interessato lo stabilimento vetrario, come il riutilizzo “circolare” del calore proveniente dai fumi in grado di preriscaldare il rottame di vetro delle raccolte differenziate prima di immetterlo nei forni di fusione. La maggiore temperatura del rottame in ingresso richiede, infatti, un minor consumo di energia. Anche l‘acqua capace di assorbire il calore di scarto dalle apparecchiature viene utilizzata per riscaldare le aree dell’officina, in un circolo virtuoso a zero sprechi”.

Assovetro, Al centro la decarbonizzazione della filiera italiana del vetro per un’impronta ecologica più sostenibile.

Questa strada riduce lo spreco, ma l’obiettivo è azzerarlo.

Produrre meno, riusare di più

Le bottiglia e i vasetti di vetro potrebbero avere una vita infinita, se sterilizzati e riusati. Ma il percorso non è veloce. Servono una serie di attività per renderlo nuovamente possibile. Servirebbe la creazione di una filiera industriale del riuso. Una normativa che la incentivi e la regoli. Un abitudine sociale a riusare. Un’organizzazione sociale che permetta di non far ricadere la fatica solo sulle persone. I soldi del PNRR servono proprio a questo, anche se la transizione ecologica soffre del contesto internazionale. La guerra è divenuta il mezzo di risoluzione de

UE, riciclare ora, riusare domani?

Ecco perché gli sforzi attuali vanno nella giusta direzione della transizione. Una fase di passaggio necessaria. Ma deve essere immediatamente programmato come arrivare a riusare il vetro, perché utilizzarlo come un rifiuto è già oggi una pratica insostenibile. La Commissione Ambiente del Parlamento dell’Unione Europea ha approvato a fine ottobre un testo timido ma importante per incentivare il riuso. Ma l’iter di approvazione della nuova direttiva imballaggi è ancora lungo. Inoltre, sarà difficile che passi il divieto del monouso, anche se limitato, come sarà difficile che passi l’imposizione del 20% di riutilizzo dei materiali entro il 2030. Come si vede già dalle reazioni delle industrie di categoria. Soprattutto, questa direttiva, non rappresenta un reale cambio di passo rispetto al passato, soprattutto se non sarà seguito a livello globale.